Di Silvia Frangipane
Informazioni
- Autore: Silvia Frangipane
- Casa editrice: Bertoni (poesiaedizioni)
- Genere: Raccolta poetica
- Pubblicazione: 2023
- Prezzo: 15.00
- Pagine: 59
“La poesia è una danza di parole che seguono un ritmo intimo e silenzioso” scrive Silvia Frangipane come cuore della sua raccolta poetica. Da sempre si cerca di non confondere l’artista con la persona, ma questi due aspetti non possono scindersi tra di loro, soprattutto quando l’autrice è una donna che sprizza arte letteralmente da tutti i pori. La poesia è il prodotto di un insieme di parti che, in base a come vengono curate e arricchite, raggiungono vette di montagne totalmente diverse. In questo caso, ignorare chi ci sia dietro quelle parole, sarebbe una grande perdita.
Silvia, infatti, è un’artista poliedrica, affascinata da sempre dalla magia della letteratura, della poesia e del teatro come anche della musica e dello spettacolo in tutte le sue forme. Nello specifico, è interprete di musica francese del ‘900, musicista, cantautrice, sceneggiatrice, attrice e ballerina. Come se tutto ciò non fosse abbastanza, Silvia ha avuto la bravura, nel 2022, riguardo la creazione del Rive gauche, ossia una modalità nuova di far spettacolo alla ricerca continua del delicato connubio tra testo, musica e significati emozionali.
Ed è proprio sulle emozioni che le sue poesie fanno breccia, trattate con una sensibilità matura, attenta e decisa allo stesso tempo. Lo stile che adotta è quello retrò da Rive Gauche parigina che, con l’ausilio della rima baciata, crea una musicalità che trascina il lettore in un ritmo, come già detto, intimo. Non sorprende, infatti, che nella sua prefazione siano citati artisti del calibro di Montale e Baudelaire, perché la poesia non può mai essere lasciata al caso, anzi ha l’arduo compito di dover essere accessibile a tutti, ma variare in base all’animo con cui entra in contatto.
Lo scorrere del tempo diventa una fissa metafora del genere umano, “problema” con cui deve fare i conti ogni giorno della propria esistenza. Tutto varia, tutto passa e tutto trascorre: dalle stagioni al colore del cielo, dai viaggi ai propri compleanni. “Mi riprometto di non fuggire” scrive in una delle sue poesie, come se in fondo l’essere umano si muovesse, mentre tutto scorre. Ma in questo turbinio di vento e foglie, la felicità dov’è? Esiste? Silvia si interroga anche su questo, rendendosi conto che anche quando “Ti senti tranquillo, […] hai un tormento dentro, e allora tutto diviene cattivo, nemico invisibile sul tuo cammino”.
Una spiegazione dettagliata di stati d’animo e dolori che non lascia tregua, ma d’un tratto, tra l’alternarsi di poesie tristi e serene, un piccolo germoglio sembra prendere forma: il saluto di un anziano sul treno, i papaveri che si lasciano accarezzare dal vento, le risate per banali discorsi dopo un bicchiere di vino.
E allora sì, la felicità sta nelle piccole cose, a volte si nasconde un po’ troppo, ma se non ci si ferma un attimo, non si potrà mai avere l’opportunità di coglierla e goderne per quei pochi istanti.
Silvia ce lo insegna con calma e con cura, rendendo anche i concetti più bui squisitamente dolci. Silvia decide di mostrarci la realtà, ma lo fa con il velo della protezione di chi sa e non vuole far paura.
Silvia è come una Madre: usa le metafore per non ferire, vede il bello anche dove è difficile trovarlo e da speranza. Tanta speranza. Perché, infondo, la vita è una grossa matassa piena di nodi, ma da ogni filo può nascere un piccolo capolavoro.
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