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It ends with us

Romanzo di Colleen Hoover

Informazioni

Autore: Collen Hoover

Pubblicazione: 2022

Pagine: 330

Prezzo: 15.00


Copertina rosa, titolo in inglese, sinossi approssimativa su una banale storia d’amore; il principio: una ragazza che molla la sua città e si trasferisce a Boston, sua mamma opprimente, il lavoro dei suoi sogni, le sue amiche, la coinquilina. Tutto nella norma per cominciare a leggere il classico romanzo rosa. O almeno così pensavo.

Comincio a leggere. Già alla ventesima pagina avevo un sorriso da ebete romantica stampato in volto. La trama è veloce, non perde tempo, di conseguenza subito si viene inglobati nella storia di questa ragazza. Lily Bloom, ventitreenne che scappa a Boston per allontanarsi dal nido famigliare e rincorrere il suo sogno. Lo scenario si apre immediatamente sotto un tetto di uno dei più alti palazzi, dove si rifugia per restare un po’ sola con i suoi pensieri. Quest’ultimi riguardano la morte del padre, un uomo da sempre violento con la madre e molto concentrato sulla sua figura. Ad un tratto, in modo inaspettato, entra in scena Ryle. Da quel momento in poi la vita della ragazza cambia, in meglio, ma non sempre va tutto secondo i piani, e lei dovrà essere forte. Ma ci riuscirà, o farà gli stessi errori della madre?


Ed ecco che comincia una storia sentita e provata su quanto sia difficile mettere d’accordo il cuore e la razionalità; riuscire a vedere le cose per come stanno realmente, senza dare agio a giustificazioni improbabili di coprire certi gesti di chi ci sta vicino, e di chi dice di amarci. Potrei riassumere tutto il romanzo con un’unica frase: “Perché è così difficile lasciare una persona violenta?”. Su questa semplice domanda è strutturata una storia da far venire i brividi a chiunque, al di là della propria età. In quelli che sono i tormenti di Lily spesso si legge “Tutti eroi con il dolore degli altri”: quanto di più vero? Dall’esterno è sempre tutto molto semplice: ammonire, lasciare, rendersi conto in fretta, andare avanti, prendere delle decisioni affrettate. Ma quando quella situazione si vive a trecentosessanta gradi? Quanto è facile?


Nei paragrafi riferiti alle scene di violenza, l’attenzione si concentra in modo particolare su cosa accade dopo l’atto subito dalla protagonista. Si passa dalla furia dell’uomo che la scaraventa dalle scale o che la prende a schiaffi, al suo pentimento, al suo sentirsi fuori di sé, al suo non sapersi controllare; ci si confronterà con dialoghi dove Ryle giustificail suo comportamento con traumi passati e dolori irrisolti di quando era ancora un bambino. Questo, per quanto possa sembrare assurdo, riesce a creare attorno alla protagonista (e a ogni donna che ha subito situazioni analoghe) una bolla, entro la quale non si vede in modo limpido ciò che accade attorno a sé, ma si interroga su sé stessa. Si comincia a chiedere se forse avevesse sbagliato lei, se avesse dovuto evitare alcune battute, se senza rendersene conto aveva suscitato la sua gelosia. E subito dopo l’incastro “perfetto”: se ha reagito così, vuol dire che a me tiene molto?!


Da questo momento in poi non esiste più pace, non c’è un limite tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; si abbattono i confini del rispetto e della fiducia. La sua guerra è proprio questa: lasciare andare o sperare che cambi? Stare più attenta a non far accadere più quelle situazioni o scegliere di vivere libera di essere sé stessa? Far finta di nulla in quei minuti di terrore per godersi qualche giorno di serenità o non aver paura della persona che si ama?


Siamo noi a dire basta restituisce il valore ad ogni donna che ha meritato tutto ciò, ma ancor di più comprende la difficoltà di lasciare andare una persona tossica. Chi vive con una persona violenta non vive con una persona perennemente violenta! È questo ciò che il romanzo cerca di sviscerare fino in fondo: chi vive con una persona violenta, vive con una persona che dà tutto, ma ad un tratto si annebbia, chiude gli occhi e comincia a sparare senza nemmeno rendersene conto. Poi tutto finisce, ritorna in sé, si scusa, piange, ha paura, è pentita… e come si fa a capire che quella sia l’ultima volta?


Una storia emozionante, commovente e assolutamente franca! Non mi sono affatto meravigliata quando, nelle note dell’autrice, ho letto fosse una storia realmente accaduta, perché leggendo sembrava viverla davvero, e non parlo della bravura di chi sa scrivere. Il coraggio di Colleen Hoover, come quello di Lily e della rispettiva madre, è stato quello di perdonare il proprio carnefice, ma di lasciarlo andare.


“Non metto in dubbio che lui ti ami, ma se prova davvero questo per te, deve lasciarti andare, per non rischiare di farti ancora male” sono le parole che la madre dice alla protagonista, la quale aveva vissuto la stessa situazione, anche se in contesti diversi. Ci sono scelte nella vita che richiedono più coraggio di altre, nonostante sembrino semplici: non bisognerebbe mai fare gli eroi con il dolore degli altri, né stilare una scaletta su quale sia il dolore più forte o più vero.



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