Romanzo di Benjamin Alire Sáenz.
Non lo so, non ho idea di come cominciare questa recensione. Il libro mi è piaciuto? Così così. L’ho divorato? Sì. Sono rimasta delusa dai fatti troppo lenti? Esattamente. Comprerò il secondo? Questione di giorni. Come è possibile che un romanzo può non piacerti, ma hai comunque voglia di continuare a leggerlo? Ebbene, per la prima volta mi è accaduto qualcosa di simile. Sono passati giorni prima che potessi sedermi a scrivere cosa ne penso, e in questo lasso di tempo ho capito che probabilmente il motivo per cui comprerò il secondo, risiede nella voglia di capire come si evolve la storia. Esattamente così.
Aristotle e Dante sono due ragazzi diciassettenni che vivono nel Messico degli anni 80. Molte sfaccettature li dividono dalla nostra mentalità, ma tante altre sembrano più moderne che mai. Quali sono i segreti dell’universo che hanno bisogno di scoprire? La famiglia, l’amore, lo scopo della propria vita.
Dante, dinamico, fiducioso e solare, sa sempre ciò che vuole e non ha paura di esprimere il proprio pensiero ed i propri sentimenti. Aristotle, molto più introverso, non ha buon rapporto con la propria famiglia, o meglio, c’è molto silenzio tra loro, come se sfogarsi fosse un tabù. Mente spesso a sé stesso, soprattutto per quanto riguarda i propri sentimenti e le proprie emozioni, ma c’è una cosa che più di tutti lo rende debole: il cambiamento del proprio corpo, da quello di un adolescente ad un uomo.
I processi che si attuano per sistemare o arginare determinati temi sono lenti, prolissi e poco approfonditi. A tre quarti di libro continuavo a chiedermi: “Quando comincia la storia?”, ma dopo poco ho concluso di leggere anche l’ultima pagina. Ci ho pensato e ripensato a quale sia il problema della scrittura, il motivo per il quale sembra rimanere sempre a mezz’aria mentre si legge, e sono arrivata alla conclusione che si tratta della mancanza della fase centrale.
Cerco di spiegarmi meglio. Tutte le problematiche presentate vengono trascinate per ogni capitolo, per poi arrivare alla fine e vederle risolte. Si resta di stucco: in che modo sono state risolte? Quando? Perché il personaggio ha deciso di cambiare marcia rispetto al proprio modo di agire? Questa è una delle lacune più profonde che ho trovato in questo romanzo.
Un altro aspetto che fa perdere la partecipazione alla lettura sono alcune scene inverosimili. Porterei molto volentieri un esempio ben chiaro, ma così farei un mega spoiler, quindi cercherò di girarci intorno. Certe situazioni, parole, conversazioni non sarebbero mai potute esistere, soprattutto in quegli anni. Un determinato spezzone, io credo, non sia minimamente possibile nemmeno oggi nel 2022, figuriamoci negli ‘80, dove anche l’omosessualità era un reato.
Chiudendo la parentesi degli aspetti negativi, però, voglio aggiungere che la storia è molto carina e tranquilla; la lettura non è impegnativa, anzi scorre molto velocemente; ai personaggi è possibile affezionarsi; e i capitoli, informazione che sempre più spesso vedo essenziale nei lettori, sono molto brevi. Estremamente brevi.
Ho deciso di acquistare il secondo volume, Aristotle e Dante si tuffano nelle acque del sapere, solo per capire e avere più storia, più informazioni. Leggendo mi sentivo uno spettatore che guarda da fuori, e la voglia in me di sapere qualcosa in più cresceva pagina dopo pagina. Voglia che in questo primo volume non è stata colmata, ma che spero trovi campo pulito nel secondo.
Informazioni
Autore: Benjamin Alire Sàenz
Genere: romanzo
Sottogenere: per ragazzi
Lingua originale: inglese
Anno di pubblicazione: 2012
Pagine: 391
Prezzo: 19.00
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